Il caffè espresso è il classico caffè consumato maggiormente in Italia non a caso è proprio in Italia che è stato inventato i primi anni del 900. In altri paesi è conosciuto sotto il nome di “caffè italiano” il quale si distingue da alte tipologie di caffè per la procedura di preparazione che ha subito diversi cambiamenti e modifiche col passare degli anni.
Breve storia del caffè espresso: perchè si chiama così?
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Sino alla fine dell’ottocento, il caffè veniva preparato anticipatamente e conservato all’interno di brocche o recipienti. Spesso la preparazione avveniva il giorno prima e anche per questo motivo la qualità della bevanda era molto scarsa.
Nei primi anni del 900’ vengono introdotte le prime macchine per preparare il caffè. Il vantaggio legato all’utilizzo di queste macchine era quello di poter preparare il caffè espressamente su richiesta.
Il termine “espresso” è stato coniato proprio in relazione al tempo immediato di preparazione del caffè.
Come è già stato accennato il caffè espresso si distingue da altre tipologie di caffè per il modo in cui viene preparato, infatti viene ottenuto tramite l’infusione sotto pressione. Tramite l’infusione sotto pressione si ottiene una bevanda molto concentrata.
Questo metodo era utilizzato, inizialmente non tanto per conferire gusto e consistenza al caffè bensì per preparare il caffè velocemente.
Come si prepara un buon caffè espresso?
Le moderne macchine per espresso sono composte da 2 circuiti per l’acqua; il primo dal quale esce acqua fredda e il secondo dal quale fuoriesce vapore e acqua calda.
La preparazione di un buon espresso richiede circa 7/8 grammi di caffè il quale deve essere macinato finemente. La macinatura deve essere fatta istantaneamente o comunque poco tempo prima dell’utilizzo del caffè per evitare la dispersione del suo aroma. Per ogni espresso vengono usati all’incirca 25 ml di acqua bollente (88/90° circa) che insieme al caffè macinato vengono sottoposti a 9 bar di pressione.
Il caffè attraverso l’utilizzo di questo metodo, che richiede tempi di preparazione non superiori ai 30”, risulterà molto concentrato e dalla consistenza vellutata.
Il caffè ottenuto viene servito all’interno di tazzine, solitamente in porcellana per esaltarne il sapore o in bicchierini di vetro. L’espresso si contraddistingue inoltre anche per la composizione della miscela di caffè e per il tipo di tostatura utilizzata, infatti il caffè espresso non deve risultare ne amaro ne bruciato.
Le fasi dell’estrazione del caffè
Le principali fasi dell’estrazione del caffè sono tre:
- Fase di bagnazione o pre-infuzione: consiste nel bagnare il pannello di caffè lasciando fluire l’acqua calda della caldaia la quale entra nel gruppo. La fase di bagnazione termina dal momento in cui il pannello di caffè risulta totalmente permealizzato.
- La seconda fase è quella dell’estrazione, che è molto complesso e coinvolge diversi fenomeni chimici e fisici. Consiste nel far passare l’acqua la quale deve avere una determinata temperatura , attraverso lo strato di caffè contenuto all’interno del filtro il quale deve subire questo processo a pressioni costanti.
- La terza e ultima fase la quale conclude il processo è quella dell’emulsione degli oli estratti nella fase di estrazione , oli che conferiscono al caffè una consistenza cremosa e morbida.
Quanta caffeina è contenuta in una tazza di espresso?
Per quanto riguarda i livelli di caffeina contenuti all’interno del caffè espresso variano in relazione a diversi elementi:
- Al tipo di specie utilizzata (Arabica o Robusta);
- Al grado di tostatura;
- Alla quantità di caffè utilizzata;
- Al metodo di preparazione;
- Al volume del caffè in tazza.
Vi è un motivo se i specialisti consigliano di non consumare più di 3 espressi al giorno, infatti ogni tazzina contiene all’incirca 100mg di caffeina e circa 4mg di acido nicotico.
Ovviamente i valori variano dal tipo di miscela utilizzata (la Robusta apporterà molta più caffeina rispetto all’Arabica in quanto ne è più ricca.